Io non sono un’amante del mare, o meglio adoro sguazzare nell’acqua, ma proprio non sopporto la folla dei bagnati che si ritrova puntualmente sulle coste Livornesi ogni fine settimana, e non trovo di nessuna utilità stare a rosolare al sole come un pollo, tutta unta di crema abbronzante.
Però, ogni tanto, devo concedere qualcosa alla mia dolce metà, che proprio non sopporta di stare chiuso in casa, quindi domenica scorsa abbiamo deciso di andare a fare una gita (per accontentare lui) che non fosse al mare (per accontentare me). Abbiamo scelto l’Orrido di Botri, un posto dal nome insolito, di cui non conoscevo il significato prima di 3 giorni fa; cito testualmente : “in geografia e geologia, gola profonda e caratterizzata da scoscendimenti scavata da un corso d’acqua” in pratica un canyon con un torrente che scorre sul fondo. Potete trovare tutte le informazioni utili sul sito del Corpo Forestale della Stato con tanto di recapiti telefonici.
Vi posto anche il link a Google Maps con indicato il punto preciso di dove si trova.
Il percorso a piedi parte dal centro di accoglienza di Ponte a Gaio, dove si acquista il biglietto di ingresso (€2) e vi viene dato il casco obbligatorio. La durata del tragitto, suddiviso in 4 tappe, è di circa 4 ore, a passo ‘rilassato’ tra andata e ritorno; con un ritmo un po’ più sostenuto, è possibile riuscire a fare l’intero percorso in circa 3 ore (l’abbiamo testato personalmente 😉 ), immersi in una natura incontaminata, dove l’uomo non è riuscito (ancora) a fare danni. Non bisogna essere alpinisti esperti ma la seconda parte del percorso, dal “Salto dei Becchi” fino alla “Piscina” è leggermente più impengativa, con tratti da percorrere utilizzando le corde fissate alla parete rocciosa.
E’ impossible restare asciutti, preparatevi a bagnarvi almeno i piedi, anche perchè ci sono dei punti dove l’attraversamento del torrente è obbligatorio per proseguire. Se poi , come me, amate sguazzare nell’acqua, potete optare per un ‘tuffo integrale’ in una delle numerose piscine che si incontrano lungo il tragitto: ma attenzione a non aver appena mangiato, perchè l’acqua ha una temperatura di circa 8° – 10° ed è comunque sconsigliata una permanenza di più di pochi secondi se non si vuole rischiare l’ipotermia, a meno di non essere muniti di muta…però vi posso garantire che appena usciti vi sentirete rigenerati 🙂
Io personalmente ho portato pantaloni maglietta e scarpe di ricambio, ma la possima volta credo che mi porterò anche il costume!
E’ possibile proseguire anche oltre la quarta tappa, ma solo con appositi permessi, perchè da lì comincia il percorso alpinistico.
Vi consiglio vivamente una bella gita con pranzo al sacco, con partenza la mattina anche non prestissimo (dipende da dove venite): considerate che l’accesso è consentito dalla 9.30 alle 18 nei mesi estivi, però è sempre meglio telefonare prima (0583 – 800020), perchè l’apertura dipende anche dalle condizioni del tempo. Ci sono anche escursioni organizzate con guida ma non conosco i costi nè le modalità di prenotazione…dovrete fare una ricerca su internet.
Per il pranzo potete mangiare direttamente al rifugio “Il nido dell’Aquila” di ponte a Gaio dove, oltre ai panini con pane di campagna e affettati, potete gustarvi un pranzo più tradizionale.
A questo punto non mi resta che augurarvi buona gita!
Beatrice
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