Autore: Beatrice

  • Io e il mio nuovo amico

    Io e il mio nuovo amico

    Questo è un post che ho scritto su Facebook circa il giorno dopo che io e mio marito avevamo scoperto di essere positivi al Covid, nato dalla voglia di sdrammatizzare qualcosa che comunque ci spaventava, visto il numero di morti che stava e sta ancora facendo:

    Io – Ehi scusa ma tu chi saresti?
    C19 – Come chi sono, sono il COVID-19, ma puoi chiamarmi Coviddi
    Io – Non è possibile, tu non esisti
    C19 – E chi l’ha detta ‘sta stronzata?
    Io – Ci sono fior fiori di menti eccelse che lo dicono…al momento mi sfuggono i nomi…guardo su FB un attimo e poi…
    C19 – Senti poche chiacchere ciccia che qui non siamo mica al bar, anche perchè tanto gli hanno chiusi alle 18, stai un po’ zitta che devo lavorare
    Io – No forse non ci siamo capiti, tu non esisti, e se esisti al massimo sei un’innoqua influenzetta, quindi abbassa la corona!
    C19 – Ahhhh cocca! influenzetta a chi??? Te la do io l’influenzetta!
    Io – Ehi fermo che fai…oi ehi…ma la smetti di farmi male alla schiena, e basta! E poi lo sanno tutti che sei chiaramente una manipolazione mediatica ordita dai poteri forti che ci vogliono schiavi del sistema
    C19 – Schiavi di che???? Fotte sega a me del sistema, io ho un lavoro da fare, quindi la vuoi finire di blaterare!
    Io – O ma la vuoi smettere lì dentro, non ho più la forza di stare in piedi, e comunque ormai hai perso tutta la tua carica virale, lo sanno tutti che sei solo chiacchiere e RNA.
    C19 – E che???? O mamma ho infettato una deficiente!
    Io – E’ inutile che mi levi l’olfatto, tanto ho ancora il gusto!
    C19 – Si giusto mi era sfuggito, grazie!
    Io – Ok, già che ci sei allora mettici anche disturbi dell’appetito, magari è la volta buona che dimagrisco.
    C19 – Ti piacerebbe! E invece ti sei beccata la versione con mal di testa mal di gola e tosse, quella che ti taglia le gambe e ti stende e devi solo sperare che non arrivi ai polmoni…e se continui a disturbarmi non è detto che non lo faccia eh!
    Io – Ok ok ti lascio lavorare, però tanto lo so che sei stato creato in Cina per minare l’imperialismo Americano … o era creato in America per minare l’imperialismo Cinese…non ricordo, sono confusa… vado a letto…
    C19 – La devo smettere d’infettare cani e porci…😒

    Immagine gentilemente concessa da: covid19 png da pngtree.com

  • L’adozione internazionale: la scelta dell’ente

    L’adozione internazionale: la scelta dell’ente

    Questo fa seguito ad un mio precedete post nel quale ho illustrato per grandi linee quella che è stata la nostra esperienza per conseguire il decreto di idoneità.

    Adesso vorrei parlarvi della scelta dell’ente, nel caso pensiate di percorrere la strada dell’adozione internazionale, che per alcune coppie è una vera e propria odissea.

    La scelta del paese

    Sicuramente prima di scegliere l’ente dovete farvi un’idea un po’ più precisa sul paese dal quale arriverà vostro/a figlio/a, e i fattori di scelta anche qui sono molteplici,di seguito alcuni punti da tenere in considerazione

    • Tempi di residenza all’estero che richiede l’adozione; chi per problemi di lavoro non può assentarsi per più di 15/20 giorni non potrà ad esempio scegliere paesi tipo il Brasile o, se non mi sbaglio, la Colombia che richiedono 1 mese o anche due 2 di trasferta (almeno quando abbiamo adottato noi adesso magari le cose sono cambiate).
    • I titoli di studio, reddito, anni di matrimonio possono  essere un fattore che preclude alcuni paesi, infatti ad esempio la Cina richiede minimo che entrambi i coniugi abbiano il diploma di scuola superiore, 2 anni di matrimonio effettivi (la convivenza per loro non vale) e un reddito minimo.
    •  L’etnia del bambino: non dovrebbe essere un fattore di scelta ma il mondo purtroppo non è perfetto, quindi  difficilmente un nazi-fascista razzista deciderà di andare ad adottare in Etiopia (ma forse sarebbe meglio non adottasse proprio…).
    • Tempi di attesa prima e dopo l’abbinamento: alcuni paesi come ad esempio l’India possono arrivare a far passare oltre un anno dal momento dell’abbinamento con il bambino e quello della partenza e, come posso confermarvi per esperienza, c’è un limite di sopportazione che ciascuno di noi ha, ed è bene farci i conti prima, piuttosto che trovarsi in piena crisi depressiva durante l’attesa (che credetemi è abbastanza dura, sopratutto quando avete già in mano la foto di vostro/a figlio/a).
    • Il costo purtroppo può essere un altro importante punto a favore di certi paesi rispetto ad altri, infatti un’adozione internazionale può incidere sul budget familiare con cifre che variano parecchio da paese a paese; non faccio esempi perché non sono aggiornata sulle tariffe attuali, ma potete trovare tutte le informazioni sul sito della CAI
    • Il rischio sanitario è un altro importante fattore che richiede prima di tutto una presa di coscienza onesta di quello che si è disposti ad accettare o meno. Non vi dovete MAI sentire obbligati ad accettare problemi sanitari estremi o comunque che richiedono interventi chirurgici o trattamenti sanitari e non che non siate disposti ad affrontare. Ho sentito di enti che in fase di abbinamento hanno fatto leva sul senso di colpa degli aspiranti genitori per fargli accettare situazioni sanitarie non certo rosee, ecco questo è SBAGLIATO. Affidare un bambino con problemi a genitori riluttanti rischia di diventare una vera tragedia per il bambino e per i genitori. Quindi siate molto consapevoli prima di scegliere certi paesi, nei quali il rischio di avere informazioni poco corrette a livello sanitario è alto (anche qui non faccio esempi perché non sono aggiornata sulla condizione attuale, ma cercando in giro sui vari forum potete trovare molte informazioni utili in questo senso).
    • L’età del bambino è un altro importantissimo fattore di cui dobbiamo tenere conto, e come il rischio sanitario bisogna essere ben consapevoli dei propri limiti. In alcuni paesi l’età media dei bambini è alta e questo può spaventare perché comunque relazionarsi con bambini che hanno già diversi anni di vissuto (spesso difficile) alle spalle è sicuramente diverso che relazionarsi con bambini piccoli. Io posso dire che durante il percorso adottivo abbiamo incontrato famiglie che hanno adottato bambini ‘grandicelli’ la cui esperienza è stata più che positiva però le incognite ci sono.
    • Il numero di bambini che si desidera adottare: è importante perché in alcuni paesi è più facile riuscire ad adottare coppie di fratelli mentre in altri tipo la Cina difficilmente si presenterà questa opportunità.

    Quale ente scegliere?

    Dopo aver scelto a grandi linee uno o più paesi dai quali vorreste che arrivasse vostro/a figlio/a, arriva il momento della scelta dell’ente, tra quelli ovviamente che operano in quei paesi.

    Qui ci sono varie scuole di pensiero: chi fa il giro di decine (non scherzo!) di enti prima di trovare quello che fa per lui, perché nell’ente ricerca, oltre alla competenza, anche un contatto umano più stretto, e quelli che, come noi, fanno un calcolo puramente numerico ovvero: quale ente ha portato a buon fine più adozioni in Italia?

    Per mia esperienza vi consiglio comunque enti che operano in più di un paese, perché purtroppo il rischio che una nazione chiuda improvvisamente le adozioni a tempo indefinito è sempre in agguato, e se l’ente ha altri paesi può dirottarvi su un altro, invece di trovarvi bloccati per chissà quanti mesi/anni ad aspettare la riapertura delle adozioni.

    Comunque per questo e per tutti gli altri dilemmi viene sempre in aiuto il sito della CAI che con le sue statistiche annuali per paese e per ente offre un importante punto di partenza nella scelta.

    Il CIFA e la Cina

    Io posso solo parlarvi della nostra esperienza con il CIFA che è uno dei maggiori (se non il maggiore) enti in Italia. Loro sono molto attivi sia in Russia che in Cina dove sono credo il terzo ente al mondo per adozioni, però sono attivi anche in diversi paesi, come l’Etiopia, la Colombia e altri. Dopo un corso iniziale di 2 fine settimana, dove sono stati illustrati tutti i paesi con le relative caratteristiche e problematiche, abbiamo scelto la Cina, anche se inizialmente eravamo orientati sull’Etiopia, perché ci siamo fidati del consiglio degli operatori dell’ente, che ci hanno ritenuti dei candidati idonei per caratteristiche a quel paese. In effetti devo dire che abbiamo dato il mandato al Cifa ad Aprile del 2011 e ed Aprile del 2012 la nostra cucciola era in Italia, nonostante abbiamo dovuto aspettare fine maggio del 2011 prima che presentassero la nostra domanda in Cina, perché dovevano scadere i due anni di matrimonio. A novembre 2011 abbiamo avuto l’abbinamento e la foto di nostra figlia. I tempi di permanenza sono stati di 20 giorni, e sul posto siamo sempre stati seguiti da un’operatrice Cifa cinese che ha svolto tutto il lavoro burocratico per noi, quindi abbiamo potuto concentrarci solo su nostra figlia e ‘fare famiglia’.

    Una nota personale: l’esperienza di conoscere il proprio figlio/a è intensa e, per quanti corsi potrete aver fatto, niente vi potrà mai preparare a sufficienza all’impatto emotivo di prenderlo/a in braccio per la prima volta.

    Finisce qui questa serie di post sull’adozione, che non pretendono certo di essere una guida esaustiva sull’argomento, estremamente più ampio e complesso, ma vogliono essere un piccolo calcio di inizio per tutte quelle coppie che si trovano ad affrontare la scelta più bella e ‘grande’ della propria vita, per la quale auguro un enorme in bocca al lupo.

    Ed ecco qui il frutto delle nostre fatiche….

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    Beatrice

  • L’adozione: il decreto di idoneità

    L’adozione: il decreto di idoneità

    Avevo scritto questo post mentre ancora eravamo in attesa della nostra bambina quasi tre anni fa, però credo che possa essere ancora utile a tante coppie che intraprendono questo stupendo e difficile viaggio. 

    Salve a tutti,
    dopo una lunga pausa di riflessione e la lunga disintossicazione da dipendenza da Farmville (dalla quale posso dire con assoluta certezza di essere guarita!), mi ritrovo a scrivere questo breve post su un argomento che mi tocca da vicino: l’adozione. Come molti dei miei amici sanno, io e mio marito da circa 1 anno e mezzo che abbiamo intrapreso il lungo percorso per adottare un bambino. Il nostro cammino è simile a quello di molte altre coppie, quindi salto a piè pari la descrizione di come è maturata in noi questa scelta, perché sono tutt’altro che una persona sentimentale e decisamente sono poco incline a scrivere di sentimenti, cosa per la quale vengo spesso rimproverata dalla mia ‘dolce’ metà. Però voglio proporre qui una serie di link interessanti e notizie per chi vuole cominciare questo ‘tortuoso’ percorso, o per chi vuole solamente avere qualche informazione in più. Premetto che tutte le notizie seguenti fanno riferimento alla nostra esperienza presso il Tribunale dei Minori di Firenze, quindi sono ad uso e consumo delle coppie Toscane, infatti parlando con altre coppie provenienti da varie parti d’Italia, ci siamo resi conto che esistono alcune differenze da regione e regione.

    Da dove cominciare?

    • Se non lo avete ancora fatto, sposatevi! Per fare richiesta al tribunale dei minori, è necessario essere sposati da almeno tre anni, oppure avere alle spalle almeno tre anni di convivenza certificata, ovvero dovrete, tra i vari documenti, farvi fare in comune il certificato di residenza storico per ciascuno dei due coniugi, nei quali risulta la stessa residenza per almeno tre anni. Attenzione lo stato di famiglia storico non va bene, e se glielo portate vi rimandano indietro senza tanti complimenti (non chiedetemi perché: lo ignoro!)
    • Informarvi presso i servizi sociali della vostra zona per sapere dove e soprattutto quando vengono organizzati i corsi di preparazione all’adozione, che in alcune regioni sono obbligatori mentre in altre, come la Toscana, non sono obbligatori sulla carta, ma lo sono di fatto, visto che, a quanto mi dicono, il giudice ne tiene conto al momento di firmarvi il decreto di Idoneità. Cosa non secondaria il corso è veramente utile perché fornisce molte informazioni e serve a chiarirsi le idee su diversi aspetti del percorso.

    I documenti

    Quando finalmente avete il vostro attestato di frequenza del corso, potete cominciare la collezione dei documenti necessari e fare le analisi di rito.

    • Piccola dritta: quando il vostro medico curante vi prepara le ricette per tutte le analisi, ricordategli di inserire la dicitura ‘per adozione’, perchè tutti i documenti e le analisi mediche sono esenti da ticket e bolli, quindi gratuite, lo stesso vale per quando andate a farvi fare i documenti. Potete trovare la lista e tutti i recapiti del Tribunale dei minori di Firenze a questo indirizzo. Se avete dubbi, potete contattare il tribunale negli orari indicati, e per mia esperienza sono molto gentili e disponibili a fornire tutte le informazioni necessarie.

    I servizi sociali

    Una volta consegnato tutto il faldone dei documenti non vi resta che aspettare di essere contattati dai servizi sociali della vostra zona. Dal quel momento comincerete i colloqui, sia individuali che di coppia, nei quali parlerete di voi, della vostra famiglia, della vostra coppia, insomma per quelli che come me amano parlare (di se stessi principalmente!) sarà il momento più divertente. Un consiglio: siate voi stessi, e non vi fate prendere a smanie di perfezionismo. Certo, se siete degli psicopatici, forse fareste meglio a ripensare a tutta la faccenda dell’adozione, ma in caso contrario, non siate nervosi. Per quanto ci riguarda abbiamo trovato due persone molto gentili che ci hanno messo a nostro agio, senza farci mai sentire sotto esame.

    Questi sono i passi per arrivare al decreto di idoneità, poi comincia la parte più difficile: la scelta dell’ente, per il quale dedicherò un altro post.

    Beatrice

  • Senza parole…

    Senza parole…

    Cosa è successo…

    Commento di Brunetta…

    Commentare questi due filmati mi pare assolutamente inutile…

    Che dite ce la facciamo prima o poi a mandarli a casa?

    Beatrice

  • FarmVille: storia di una dipendenza.

    FarmVille: storia di una dipendenza.

    Logo di FarmVilleSalve a tutti, mi chiamo Beatrice e sono una FarmVille-dipendente!
    Ho cominciato, come molti, per curiosità: volevo vedere di cosa si trattava. Tutti i miei amici mi dicevano ‘Dai prova anche tu così poi diventiamo vicini’, come se fosse l’ultimo locale alla moda, e allora mi sono detta ‘Perchè no, in fondo che male c’è’, e così ho creato la mia prima fattoria….e da lì è cominciato tutto. Prima con pochi campicelli senza alberi nè animali; senza sapere bene che stavo facendo, ho cominciato con i miei primi raccolti, e la cosa non mi sembrava poi così entusiasmante come dicevano: mi marciva sempre tutto. ‘Ma che gioco assurdo è? Non ha senso!’ mi dicevo, e poi ho capito il meccanismo dei regali: ne avevo ben 56 in attesa, e con quelli ho cominciato a riempire la fattoria, e più la riempivo più mi piaceva, e poi ho scoperto le coccarde e a quel punto ero ormai in caduta libera verso un inferno fatto di cavoli e carote. Ormai non perdevo più un raccolto, attenta com’ero a sincronizzare i miei ritmi di lavoro con la maturazione di frutta e verdura. Ma ancora non ero consapevole del tunnel nel quale ero entrata, l’ho capito solo più tardi, quando alle 3 di notte mi sono svegliata con un unico pensiero: ‘Oddio devo raccogliere i piselli’ in senso assolutamente ortofrutticolo (e questa era la cosa grave!); a quel punto ho capito di avere un problema, ma non ne avevo ancora intuito la gravità, mi ripetevo infatti ‘Posso smettere quando voglio! Solo un altro raccolto e poi chiudo tutto’, ma non riuscivo a smettere, anche perchè i migliori pusher del mondo sono dilettanti a confronto dei realizzatori di FarmVille, che sanno tentarti in maniera quasi diabolica; prima sono arrivati i fiori con altre coccarde, poi l’albero di natale, la cassetta della posta di S. Valentino ma la più diabolica di tutti è ‘LA STALLA’: chi è nel delirio agroalimentare come me sa perfettamente di cosa parlo, soprattutto se non l’ha ancora finita di costruire!!! Non ho mai implorato nessuno in vita mia, ma mi ritrovo a supplicare perfetti sconosciuti di mandarmi ferri di cavallo e mattoni (soprattutto mattoni mi raccomando!) e loro mi rispondono guardandomi con lo stesso sguardo spiritato: ‘Si ma te ce l’hai le tavole’. Ormai sono consapevole della mia totale dipendenza, ma sto cercando di smettere: comunque intanto che ci provo, nessuno di voi ha qualche imbracatura che gli avanza?
    Beatrice

  • FarmVille per Haiti

    FarmVille per Haiti

    Esempio di schermata di FarmVille

    Chi frequenta Facebook, più o meno assiduamente, non avrà certamente potuto evitare di provare almeno uno dei numerosi giochi presenti sul social network più popolare del momento. Uno dei social games (così vengono chiamati questi giochi) più popolari è appunto FarmVille, che in breve tempo ha fatto parecchi ‘proseliti’, che ogni giorno seminano, raccolgono, arano, il tutto restando comodamente seduti davanti al pc.
    Per chi come me è ormai da mesi FarmVille-dipendente, avrà notato che per un certo periodo di tempo, a più riprese, c’è stata la possibilità di acquistare “Sweet Seeds for Haiti”, ovvero dei semi speciali che potevano essere attivati per un periodo di 7 giorni utilizzando 25 FV, la moneta speciale di FarmVille (che può essere acquistata con carta di credito, PayPal ecc.); il 50% degli incassi venivano destinati ai bambini di Haiti per migliorarne le condizioni di vita e per costruire scuole. Già ad Ottobre era stato raccolto più di 1 milione di dollari!
    Dopo il terribile terremoto che ha colpito Haiti, Zynga ha nuovamente proposto l’iniziativa, stanziando però questa volta il 100% degli incassi per aiutare la popolazione terremotata. Bè le cifre sono impressionanti: in 5 giorni sono stati raccolti $1.500.000, che sommati a quelli già raccolti in precedenza sono oltre $2.700.000!
    Che dire: onore a Zynga per questa bella iniziativa, e ai tanti giocatori online che ne hanno contribuito al successo: speriamo che presto l’esempio venga seguito da altre software house.

    Vi posto alcuni link dovre potrete trovare notizie interessanti sull’iniziativa: