Questo fa seguito ad un mio precedete post nel quale ho illustrato per grandi linee quella che è stata la nostra esperienza per conseguire il decreto di idoneità.
Adesso vorrei parlarvi della scelta dell’ente, nel caso pensiate di percorrere la strada dell’adozione internazionale, che per alcune coppie è una vera e propria odissea.
La scelta del paese
Sicuramente prima di scegliere l’ente dovete farvi un’idea un po’ più precisa sul paese dal quale arriverà vostro/a figlio/a, e i fattori di scelta anche qui sono molteplici,di seguito alcuni punti da tenere in considerazione
- Tempi di residenza all’estero che richiede l’adozione; chi per problemi di lavoro non può assentarsi per più di 15/20 giorni non potrà ad esempio scegliere paesi tipo il Brasile o, se non mi sbaglio, la Colombia che richiedono 1 mese o anche due 2 di trasferta (almeno quando abbiamo adottato noi adesso magari le cose sono cambiate).
- I titoli di studio, reddito, anni di matrimonio possono essere un fattore che preclude alcuni paesi, infatti ad esempio la Cina richiede minimo che entrambi i coniugi abbiano il diploma di scuola superiore, 2 anni di matrimonio effettivi (la convivenza per loro non vale) e un reddito minimo.
- L’etnia del bambino: non dovrebbe essere un fattore di scelta ma il mondo purtroppo non è perfetto, quindi difficilmente un nazi-fascista razzista deciderà di andare ad adottare in Etiopia (ma forse sarebbe meglio non adottasse proprio…).
- Tempi di attesa prima e dopo l’abbinamento: alcuni paesi come ad esempio l’India possono arrivare a far passare oltre un anno dal momento dell’abbinamento con il bambino e quello della partenza e, come posso confermarvi per esperienza, c’è un limite di sopportazione che ciascuno di noi ha, ed è bene farci i conti prima, piuttosto che trovarsi in piena crisi depressiva durante l’attesa (che credetemi è abbastanza dura, sopratutto quando avete già in mano la foto di vostro/a figlio/a).
- Il costo purtroppo può essere un altro importante punto a favore di certi paesi rispetto ad altri, infatti un’adozione internazionale può incidere sul budget familiare con cifre che variano parecchio da paese a paese; non faccio esempi perché non sono aggiornata sulle tariffe attuali, ma potete trovare tutte le informazioni sul sito della CAI
- Il rischio sanitario è un altro importante fattore che richiede prima di tutto una presa di coscienza onesta di quello che si è disposti ad accettare o meno. Non vi dovete MAI sentire obbligati ad accettare problemi sanitari estremi o comunque che richiedono interventi chirurgici o trattamenti sanitari e non che non siate disposti ad affrontare. Ho sentito di enti che in fase di abbinamento hanno fatto leva sul senso di colpa degli aspiranti genitori per fargli accettare situazioni sanitarie non certo rosee, ecco questo è SBAGLIATO. Affidare un bambino con problemi a genitori riluttanti rischia di diventare una vera tragedia per il bambino e per i genitori. Quindi siate molto consapevoli prima di scegliere certi paesi, nei quali il rischio di avere informazioni poco corrette a livello sanitario è alto (anche qui non faccio esempi perché non sono aggiornata sulla condizione attuale, ma cercando in giro sui vari forum potete trovare molte informazioni utili in questo senso).
- L’età del bambino è un altro importantissimo fattore di cui dobbiamo tenere conto, e come il rischio sanitario bisogna essere ben consapevoli dei propri limiti. In alcuni paesi l’età media dei bambini è alta e questo può spaventare perché comunque relazionarsi con bambini che hanno già diversi anni di vissuto (spesso difficile) alle spalle è sicuramente diverso che relazionarsi con bambini piccoli. Io posso dire che durante il percorso adottivo abbiamo incontrato famiglie che hanno adottato bambini ‘grandicelli’ la cui esperienza è stata più che positiva però le incognite ci sono.
- Il numero di bambini che si desidera adottare: è importante perché in alcuni paesi è più facile riuscire ad adottare coppie di fratelli mentre in altri tipo la Cina difficilmente si presenterà questa opportunità.
Quale ente scegliere?
Dopo aver scelto a grandi linee uno o più paesi dai quali vorreste che arrivasse vostro/a figlio/a, arriva il momento della scelta dell’ente, tra quelli ovviamente che operano in quei paesi.
Qui ci sono varie scuole di pensiero: chi fa il giro di decine (non scherzo!) di enti prima di trovare quello che fa per lui, perché nell’ente ricerca, oltre alla competenza, anche un contatto umano più stretto, e quelli che, come noi, fanno un calcolo puramente numerico ovvero: quale ente ha portato a buon fine più adozioni in Italia?
Per mia esperienza vi consiglio comunque enti che operano in più di un paese, perché purtroppo il rischio che una nazione chiuda improvvisamente le adozioni a tempo indefinito è sempre in agguato, e se l’ente ha altri paesi può dirottarvi su un altro, invece di trovarvi bloccati per chissà quanti mesi/anni ad aspettare la riapertura delle adozioni.
Comunque per questo e per tutti gli altri dilemmi viene sempre in aiuto il sito della CAI che con le sue statistiche annuali per paese e per ente offre un importante punto di partenza nella scelta.
Il CIFA e la Cina
Io posso solo parlarvi della nostra esperienza con il CIFA che è uno dei maggiori (se non il maggiore) enti in Italia. Loro sono molto attivi sia in Russia che in Cina dove sono credo il terzo ente al mondo per adozioni, però sono attivi anche in diversi paesi, come l’Etiopia, la Colombia e altri. Dopo un corso iniziale di 2 fine settimana, dove sono stati illustrati tutti i paesi con le relative caratteristiche e problematiche, abbiamo scelto la Cina, anche se inizialmente eravamo orientati sull’Etiopia, perché ci siamo fidati del consiglio degli operatori dell’ente, che ci hanno ritenuti dei candidati idonei per caratteristiche a quel paese. In effetti devo dire che abbiamo dato il mandato al Cifa ad Aprile del 2011 e ed Aprile del 2012 la nostra cucciola era in Italia, nonostante abbiamo dovuto aspettare fine maggio del 2011 prima che presentassero la nostra domanda in Cina, perché dovevano scadere i due anni di matrimonio. A novembre 2011 abbiamo avuto l’abbinamento e la foto di nostra figlia. I tempi di permanenza sono stati di 20 giorni, e sul posto siamo sempre stati seguiti da un’operatrice Cifa cinese che ha svolto tutto il lavoro burocratico per noi, quindi abbiamo potuto concentrarci solo su nostra figlia e ‘fare famiglia’.
Una nota personale: l’esperienza di conoscere il proprio figlio/a è intensa e, per quanti corsi potrete aver fatto, niente vi potrà mai preparare a sufficienza all’impatto emotivo di prenderlo/a in braccio per la prima volta.
Finisce qui questa serie di post sull’adozione, che non pretendono certo di essere una guida esaustiva sull’argomento, estremamente più ampio e complesso, ma vogliono essere un piccolo calcio di inizio per tutte quelle coppie che si trovano ad affrontare la scelta più bella e ‘grande’ della propria vita, per la quale auguro un enorme in bocca al lupo.
Ed ecco qui il frutto delle nostre fatiche….
Beatrice